Parco dell'Etna
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IL PARCO REGIONALE DELL’ETNA

          Il Parco dell'Etna, è tra le aree protette più delicate per tanti motivi, tra cui la diffidenza dei residenti per l’insufficienza di infrastrutture e per la rigidità del suo regolamento, per il suo vasto, irregolare e tormentato territorio, per l’esigua fruizione turistica e quindi per l'esposizione continua al rischio di incendi boschivi e di eventi eruttivi e sismici. Eppure, chi ama viaggiare senza fretta e in punta di piedi, dotato solamente di animo contemplativo, all’interno del Parco dell’Etna, trova il giusto equilibrio tra rumori e silenzi, tra inquietudine e distensione, emozioni uniche che solo da queste parti la natura può elargire a chi di essa ne ama le sue essenze più pure. L’Etna oltre ad essere un vulcano, è uno scrigno ricco di storia naturale e “summa” di cultura forestale, botanica, zoologica, antropologica, geologica, archeologica e sociale dei comuni etnei, ognuno dei quali ha certo delle caratteristiche diverse ma sempre riconducibili alle peculiarità generali del territorio vulcanico. 

          All’interno del territorio etneo è racchiuso quanto di più bello la natura sia riuscita ad esprimere in quest’area geografica dove è attivo il più grande vulcano presente in Europa. Una bellezza straordinaria e al tempo stesso maestosa, riesce ad accompagnare il visitatore in tutto quel paradiso di verde che si estende quasi dagli argini dei fiumi Simeto e Alcantara e dalle rive del mar Jonio, fin lassù, proprio fin dove il bosco va a cedere il passo alla nuda e lunare roccia vulcanica, dove dal punto di vista orografico il territorio si presenta abbastanza accidentato da far notare il disordine apportato nel corso dei secoli dal fenomeno delle eruzioni vulcaniche. Questo territorio esprime la sua grande magnanimità in tutte le stagioni, attraverso percorsi naturalistici di grande suggestione che sembrano disegnati appositivamente dalla “Madre Natura”, all’interno di luoghi dalla gradevole configurazione, dalle pendici boscate lussureggianti e ombreggiate o da affioramenti di roccia lavica che dà immagine a straordinarie sculture naturali modellate dal tempo che si ergono nel loro immobilismo. Perdersi tra questi sentieri pittoreschi è un grande piacere che ci sottrae al tempo tiranno e padrone dei nostri giorni che ci nega la cultura del bello, l’estasi della meditazione e dell’assorbimento. Il pino laricio, le quercie, la ginestra dell’Etna, il castagno, il faggio e la betulla, sono le piante boschive più rappresentative del territorio etneo che in quest’area esprimono quelle caratteristiche tipiche ed uniche sia per interesse scientifico che per la loro appartenenza al panorama vegetazionale mediterraneo. 

          Al limite della vegetazione arborea, oltre i 2000 metri di altitudine e dove è assente qualsiasi tipo di antropizzazione, è possibile ammirare peculiarità orografiche e vegetazionali di grande valore naturalistico con presenze di immense colate laviche di diverse epoche, anfratti e grotte oramai vacui, che offrirono riparo alle belve, ai primi uomini preistorici, ai contadini, armenti e pastori dei nostri tempi, insomma, un paesaggio molto statico e aspro che periodicamente viene vivacizzato dalle variegate tonalità delle endemiche formazioni sparse di vegetazione minore che dopo avere fatto da cornice ad incantevoli rifugi forestali montani, si spinge sino alle quote più alte dove sono i deserti lavici, dove tutto diventa ostico ed irreale. Quì l’ambiente è dominato dai deserti vulcanici e dalle lave che gli antichi latini chiamarono “Glaree”, vocabolo menzionato anche dal grande poeta Virgilio, nel secondo libro del suo famoso poema “Georgiche”. Insomma, ci troviamo all’interno di un’area che non a torto, è stata definita un laboratorio della natura. La presenza di questi specifici elementi, ci fa pensare che dalla sua formazione, attraverso la sua evoluzione, sino ad oggi, la natura non è stata avara con questo territorio. All’interno di queste terre è racchiuso quanto di più bello la natura sia riuscita ad esprimere in quest’area geografica, attraverso le sue manifestazioni morfologiche e ambientali, ricche di inestimabile interesse paesaggistico, storico e scientifico. Le caratteristiche naturali si armonizzano con la pregevole azione che l’uomo, a tratti, ha saputo applicare al territorio nel corso degli anni, a partire dalla sua colonizzazione in tempi antichi. 

          Questo impegno, che si può sintetizzare nel rispetto verso il territorio e l’ambiente, è stato tramandato alle popolazioni locali etnee odierne, gelosi custodi di questo patrimonio che a volte, quasi a sembrare antinomia, si fonde tra radicate tradizioni agro-silvo-pastorali e non troppo celate mire turistico-ricreative, non decollate ma proiettate verso il futuro, parte integrante della cultura locale che sostiene ed incita tali ambizioni. L’Ente Parco dell’Etna, i comuni del Parco, le Istituzioni, gli Enti, le Associazioni e i privati, dovranno essere gelosi custodi di questo territorio e dovranno adoperarsi nel pianificare qualsiasi intervento su di esso, allo scopo di preservarlo integro così da consegnarlo alle future generazioni come quota ereditaria collettiva, inalienabile e ricca di valore naturale e biologico. Nonostante, le estreme condizioni climatiche ed ambientali di questo territorio, il panorama si presenta ricco di variabili naturali che offrono al visitatore attento forti emozioni. Basti pensare alla diversificazione antitetica dei suoi paesaggi così vari, desertici e rigogliosi, aspri e levigati, statici e vitali, ora splendenti, ora foschi ma fusi nella solidissima cornice di fiamme che sprigiona il “Grande Signore del fuoco”, l’Etna che tutto sostiene e unifica in un territorio senza pari, dove l’ambiente è in continuo cambiamento e dove si arricchisce la crescita culturale di che ne apprezza le qualità. La “Madre Natura” crea le cose belle e le modifica a suo piacimento. 

          La fauna presente sul territorio etneo ed in generale su tutto il panorama faunistico mediterraneo, malgrado il forte prelievo venatorio del passato, oggi può considerarsi molto ricca e ben distribuita. Qualsiasi attività di caccia, in queste aree è vietata, in modo conforme alle leggi vigenti per i territori ricadenti all’interno di aree protette. Le specie animali negli ultimi anni si sono fortemente incrementate sino a ricostituire l’equilibrio naturale, in passato messo a dura prova. Benchè oggi siano scomparse alcune specie di fauna, non conservate nemmeno nei ricordi della gente, la tutela di questi luoghi ha consentito il ricostituirsi di una discreta presenza faunistica, in particolare quella che non ha predatori in natura, come ad esempio la Volpe che oramai copre in modo uniforme tutto il territorio. Nei secoli scorsi vivevano all’interno del Parco dell’Etna, Lupi, Caprioli, Cinghiali, Daini, Grifoni e persino Orsi. Questi animali, per vari motivi, sono oramai scomparsi da tutta l’Etna. Oggi, gli animali presenti su quest’area sono quelli diffusi su tutto il territorio isolano; oltre alla Volpe non è difficile incontrare la Donnola, la Martora, il Coniglio, la Lepre, il Gatto selvatico, l’Istrice, il Riccio, il Quercino, il Ghiro, diverse specie di rapaci diurni come l’Aquila, il Gheppio, alcuni Falchi, la Poiana e notturni come il Gufo comune, l’Assiolo, il Barbagianni, l’Allocco, la Civetta e numerosi altri uccelli. Molto diffusi sono la Vipera, pericolosa per il suo veleno ed altri rettili non velenosi come il Biacco e la Biscia dal collare.

                                                                                Vincenzo Crimi

                                                                              Commissario Superiore del Corpo Forestale